2014-01-29

Corea del sud: l'economia corre, gli investimenti sociali languono

Il PIL della Corea del sud ha registrato un aumento del 2,8% nel 2013 rispetto al 2% nel 2012. Le previsioni della Banca Centrale sudcoreana per il 2014 sono ancora più rosee con un prudenziale +3,8% nel 2014.
Il 22 gennaio 2014 l’Executive Board del FMI (Fondo Monetario Internazionale) rileva una ripresa delle esportazioni, dei consumi interni e del settore delle costruzioni. Stefano Carrer sul Sole24ore del 23 gennaio 2014 ha dedicato all'argomento un articolo interessante, raro da trovare sui giornali italiani.
Uno dei punti di forza del piccolo dragone asiatico è stata ed è l’alta percentuale di investimenti in ricerca e innovazione che da oltre due decenni sono una costante sotto i governi di qualsiasi colore politico.

2014-01-21

Ancora qualche considerazione - senza cani famelici - sul caso Jang

ANALISI


La trovata di un giornale di gossip cinese, secondo cui il potente Jang Song Taek sarebbe stato sbranato da cani feroci e famelici, riportata incautamente da alcuni quotidiani si è rivelata, ahimé, un fuoco di paglia. L’umiliazione pubblica di Jang e la sua esecuzione con un metodo più tradizionale (fucilazione), ha messo in luce piuttosto, secondo i servizi segreti sudcoreani, le smodate ambizioni dello zio del leader supremo, Kim Jong Eun, e l’accaparramento per sé e i suoi accoliti degli introiti derivanti dalla vendita di carbone e di prodotti marittimi alla Cina; a spese delle forze armate e delle casse private della famiglia Kim.  Potere economico e potere politico, si sa, vanno a braccetto. Per di più le forze armate hanno consentito a due generazioni di Kim il controllo assoluto sul paese. Morto il suo mentore, Kim Jong Il, alla fine del 2011, Jang avrebbe pensato fosse arrivato il momento di uscire dalla tutela della famiglia regnante, in cui era entrato come marito di Kim Yong-hui, figlia del fondatore, e di mettersi in proprio data la giovane età e l’inesperienza del trentenne Kim Jong Eun.

Intervista a Radio Vaticana. Famiglie coreane separate dalla guerra: la Nord Corea dice no a nuovi incontri

Famiglie coreane separate dalla guerra: la Nord Corea dice no a nuovi incontri La Corea del Nord ha respinto la proposta sudcoreana di riprendere il dialogo in vista di nuovi incontri tra famiglie coreane, separate dalla guerra del 1950-‘53, in occasione del Lunar New Year, il prossimo 31 gennaio. Negli incontri svoltisi prima del 2010, si sono ricongiunte - seppur brevemente - oltre 3.800 famiglie. Un comunicato di Pyongyang fa cenno a riunioni che potranno avvenire in un non meglio specificato “momento giusto”, menzionando come “ostacolo” nelle relazioni bilaterali le annuali esercitazioni militari congiunte tra Sud Corea e Stati Uniti. Ce ne parla la professoressa Rosella Ideo, esperta di Storia politica e diplomatica dell’Asia Orientale, intervistata da Giada Aquilino :

 R. – Sicuramente è un pretesto. Queste riunioni, tra l’altro, sono state troncate nel 2008, quindi è da allora che non si hanno più riunioni di familiari divisi dalla guerra di Corea, terminata nel 1953.

2013-12-29

L’analisi di Rosella Idéo sulla condanna a morte dello zio di Kim Jong Un, L'esecuzione del numero 2

Il manifesto, sabato 14 dicembre, p.8

Le ultime immagini di Jang Song Thaek, numero due del regime nordcoreano epurato per tradimento e condotta lasciva, lo mostrano in manette, a capo chino, sovrastato da due guardie davanti alla corte militare che lo ha condannato a morte. Sentenza eseguita immediatamente, ha sottolineato il comunicato dell'agenzia ufficiale KCNA diffuso ieri. Neanche essere parte della famiglia che da tre generazioni domina la Corea del Nord ha salvato lo zio del leader supremo Kim Jong Un. Un'estromissione avvenuta “in maniera pubblica, insolita e ignominiosa”, ha detto Rosella Ideo, esperta di relazioni internazionali dell'Asia Orientale, che contattata dal manifesto ha spiegato i contorni di un'epurazione  che mette Kim Jong Un sulla scia della politica seguita dal nonno Kim Il Sung e dal padre Kim Jong Il.

2013-12-11

Kim Jong Eun ha silurato il potente zio?



Superata la kremlinologia con l’ascesa di Gorbaciov, è più che mai valida la “kimilsun-logia” termine ricavato dal nome del fondatore e “presidente eterno” della Repubblica Popolare di Corea (RPDC). Voglio dire che di quello che avviene nelle segrete stanze del palazzo poco si sa. I servizi segreti sudcoreani (NIS, National Intelligence Service) ritengono che il potente zio di Kim Jong Eun, Jang Song Taek, sia stato spogliato di tutte le cariche che ricopriva dopo che due suoi più stretti collaboratori sono stati giustiziati pubblicamente per corruzione e altri fedelissimi messi sotto torchio.
La notizia è stata annunciata da un deputato del Partito Democratico all’Assemblea Nazionale (il Parlamento unicamerale della Repubblica sudcoreana). Dopo le esecuzioni che, secondo i NIS, sarebbero avvenute a metà novembre in data imprecisata, Jang sarebbe sparito dalla circolazione. 

2013-11-13

Attenzione alle fonti e ai luoghi comuni

Quando si tratta della Corea del nord (Repubblica Popolare Democratica di Corea, acronimo RPDC) per la nostra stampa il cliché è assicurato. Sintetizzo al massimo. La RPDC è un “regno eremita”, “irrazionale”, “imprevedibile”; i suoi leader sono “folli dittatori rossi” e sono dei “satrapi ridicoli”; vedi la pettinatura e i rialzi nelle scarpe del padre dell’attuale Kim Jong Eun, il defunto Kim Jong-il. Per non parlare del programma nucleare che mette a repentaglio l’esistenza stessa degli Stati Uniti costretti a piazzare uno scudo anti missile in Giappone per difendere la patria del capitalismo dall’isteria scomposta dall’élite dirigente di un paese di circa 24 milioni di abitanti che tirano la cinghia per sopravvivere. Insomma la RPDC rappresenta la summa del vizio e dell’abiezione.

La situazione, in realtà, è molto più complicata per i rapporti da guerra fredda entro e fuori la penisola coreana. Il guaio è che molti giornalisti attingono alle notizie che più si attagliano ai luoghi comuni (di cui sopra) senza non dico approfondire, ma perlomeno vagliare le fonti. Se l’argomento Corea del nord è poco interessante e facilmente liquidabile sarebbe meglio, forse, non parlarne affatto. E’ il caso della notizia riportata dallo JoongAng Daily e ripresa dal Corriere della Sera.