2013-12-11

Kim Jong Eun ha silurato il potente zio?



Superata la kremlinologia con l’ascesa di Gorbaciov, è più che mai valida la “kimilsun-logia” termine ricavato dal nome del fondatore e “presidente eterno” della Repubblica Popolare di Corea (RPDC). Voglio dire che di quello che avviene nelle segrete stanze del palazzo poco si sa. I servizi segreti sudcoreani (NIS, National Intelligence Service) ritengono che il potente zio di Kim Jong Eun, Jang Song Taek, sia stato spogliato di tutte le cariche che ricopriva dopo che due suoi più stretti collaboratori sono stati giustiziati pubblicamente per corruzione e altri fedelissimi messi sotto torchio.
La notizia è stata annunciata da un deputato del Partito Democratico all’Assemblea Nazionale (il Parlamento unicamerale della Repubblica sudcoreana). Dopo le esecuzioni che, secondo i NIS, sarebbero avvenute a metà novembre in data imprecisata, Jang sarebbe sparito dalla circolazione. 
Non è la prima volta che Jang Song Taek incorre nelle (presunte) ire e punizioni della famiglia Kim. Per due anni circa, dal 2004 al 2006, non si sapeva che fine avessero fatto né lui né la moglie, Kyong Hui, potente figlia e sorella d’arte rispettivamente di Kim Il-song e di Kim Jong-il, padre dell’attuale leader nordcoreano.
La notizia è stata annunciata da un deputato del Partito Democratico all’Assemblea Nazionale (il Parlamento unicamerale della Repubblica sudcoreana). 
Non è la prima volta che Jang Song Taek incorre nelle (presunte ire) e punizioni della famiglia Kim. Per due anni circa, dal 2004 al 2006, non si sapeva che fine avessero fatto né lui né la moglie, Kyong Hui, figlia e sorella d’arte rispettivamente di Kim Il-song e di Kim Jong-il, padre dell’attuale leader nordcoreano.
Dal 2006, inaspettatamente, così come era stato inaspettato il suo allontanamento (gli analisti pensavano che Jang avesse assunto troppo potere), Jang Song Taek e Kyong Hui erano ricomparsi a fianco di Kim Jong Il. Specialmente dopo la malattia del caro leader nel 2008, Jang aveva rapidamente risalito la china occupando le più alte cariche dello stato. Pare che a lui si debbano tre risultati importanti: la successione morbida del giovane e inesperto Kim Jong Eun al vertice della RPDC dopo la morte del padre (dicembre 2011); la messa in cantiere di alcune necessarie riforme economiche in modo che il popolo nordcoreano non dovesse più “tirare la cinghia”; infine la tessitura di costanti rapporti con la leadership cinese, irritata per le continue provocazioni del regime nordcoreano, a partire dal terzo test nucleare.
Secondo alcuni analisti sudcoreani il siluramento dello zio significa che Kim ha ormai in mano e ben salde, le redini dello Stato e vuole dimostrare che non ha più bisogno dello zio-“guardiano”. Secondo altri Jang perderà la sua autorità e le cariche ricoperte: capo del Dipartimento amministrativo, vice presidente della Commissione di Difesa Nazionale, membro del Politburo e presidente della Commissione Statale per lo Sport. Dovrebbero salire, invece, le quotazioni di alcuni uomini di punta delle Forze Armate. Mentre la grave malattia della moglie-zia non giustifica la sparizione totale di Jang.
Quello che è certo è che anche il padre e il nonno di Kim Jong Eun sono ricorsi a purghe più o meno cruente per evitare possibili concorrenti e relativi colpi di mano. Rimozioni e promozioni garantiscono un utile cambio della guardia e imperitura fedeltà dei promossi al leader di turno. Per inciso, solo tre dal 1948. Bisogna aggiungere che il sistema ha funzionato bene per quasi settant’anni e ha garantito la sopravvivenza del regime dei Kim anche nei momenti peggiori.