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2013-12-29

L’analisi di Rosella Idéo sulla condanna a morte dello zio di Kim Jong Un, L'esecuzione del numero 2

Il manifesto, sabato 14 dicembre, p.8

Le ultime immagini di Jang Song Thaek, numero due del regime nordcoreano epurato per tradimento e condotta lasciva, lo mostrano in manette, a capo chino, sovrastato da due guardie davanti alla corte militare che lo ha condannato a morte. Sentenza eseguita immediatamente, ha sottolineato il comunicato dell'agenzia ufficiale KCNA diffuso ieri. Neanche essere parte della famiglia che da tre generazioni domina la Corea del Nord ha salvato lo zio del leader supremo Kim Jong Un. Un'estromissione avvenuta “in maniera pubblica, insolita e ignominiosa”, ha detto Rosella Ideo, esperta di relazioni internazionali dell'Asia Orientale, che contattata dal manifesto ha spiegato i contorni di un'epurazione  che mette Kim Jong Un sulla scia della politica seguita dal nonno Kim Il Sung e dal padre Kim Jong Il.

2009-05-26

colloquio con Dr. Rosella Idéo su InfoAut.org

Pyongyang sbatte la portaconflitti globali 

[colloquio con Rosella Ideo] La Corea del Nord ha deciso di chiudere la porta. E, con l'ultimo gesto eclatante, ha dimostrato di non aver più intenzione di proseguire i colloqui del tavolo negoziale a sei che ormai da anni ha fatto da camera di compensazione alle provocazioni di Pyongyang. Ne è convinta Rosella Ideo, che insegna Storia politica e diplomatica dell'Asia orientale all'Università degli studi di Trieste. Ideo, che fa parte dell'Osservatorio "Asia Maior", segue da molti anni le vicende coreane ed è suo il saggio introduttivo alla biografia di Kim Jong-il, il "caro leader", uscita nella traduzione italiana per i tipi di ObarraO nel 2005.

Cosa vuole dimostrare Pyongyang con questo ennesimo test?
Direi che è la dimostrazione che ormai Kim Jong-il non ha più alcuna intenzione di sedere al tavolo negoziale, perlomeno nel breve periodo

Ancora la famosa teoria del "rischio calcolato"?
I nordcoreani, e non è la prima volta, hanno deciso di passare dal piano A, ossia dalla ricerca del riconoscimento politico da parte americana - che sia con Clinton, sia con Bush avevano cercato di ottenere - al piano B, espressamente dichiarato nel comunicato diffuso subito dopo il test e che dice che la Corea del Nord ha il dovere di difendersi dal potenziale atomico americano...

Si aspettava qualcosa da Obama?
Quando i coreani si sono resi conto che l'amministrazione Obama non era affatto diversa dalla precedente in termini di ostilità nei confronti di Pyongyang, si è deciso il cambio di tattica

Cosa l'ha provocato?
Le esercitazioni militari congiunte americane e sudcoreane di marzo, di routine per altro. Poi la condanna del Consiglio di sicurezza dell'Onu dopo il test missilistico dell'aprile scorso e infine lo scarso impegno del nuovo inviato speciale americano nell'area. Ma c'è altro

Cosa?
In realtà, dietro a questa ennesima provocazione si può anche intravede una nuova grave crisi interna. Prima di tutto, i nordcoreani temono un'ennesima emergenza di carattere economico e quindi umanitario, anche per via del fatto che Seul, il loro principale donatore fino all'anno scorso, ha deciso di chiudere il flusso dell'aiuto verso Pyongyang. E in secondo luogo c'è la malattia di Kim Jong-il, strettamente connessa al problema della successione. Direi che con questa mossa, Kim Jong-il ha voluto dare una dimostrazione di forza. Non solo verso l'esterno ma anche in chiave interna.